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L’acido ialuronico (o ialuronato) è un polisaccaride ad elevato peso molecolare, isolato per la prima volta dal corpo vitreo degli occhi dei bovini nel 1934. La sostanza identificata, allora sconosciuta, fu successivamente chiamata “acido ialuronico” – una combinazione della parola greca “hyalos” (vetro) e acido uronico (una delle due molecole di zucchero identificate). La struttura chimica di questo polisaccaride fu definita completamente solo un ventennio più tardi. Chimicamente è un’aggregazione di molecole di zuccheri semplici, quali l’acido glucuronico e l’N-acetilglucosammina.
Oggi, l’acido ialuronico è una delle macromolecole naturali più utilizzate in medicina estetica grazie alla sua elevata biocompatibilità e sicurezza.
L’acido ialuronico (HA) è una delle molecole che costituiscono naturalmente la nostra pelle e ha la capacità di mantenere la forma e la resistenza del nostro tessuto connettivo.
La cute contiene circa il 50% dell’HA corporeo. La maggior parte dell’HA si trova nel derma. L’HA cutaneo è prodotto sia dai fibroblasti che dai cheratinociti.
Nel complesso, grazie alle sue numerose proprietà, l’HA della cute:
È in grado di formare una pellicola che impedisce la dispersione dell’acqua: ne trattiene una quantità addirittura mille volte superiore al suo peso!
L’HA, nella sua forma nativa, è un polimero naturale appartenente ai glicosaminoglicani (GAGs), caratterizzati da una struttura di base comune, costituita da unità disaccaridiche di un ammino-zucchero (N-acetil-glucosamina) ed uno zucchero uronico (acido glucuronico).
Con il passare del tempo e per gli effetti dell’esposizione ai raggi UV e dell’inquinamento, però, la sua rigenerazione diventa più lenta e il reticolo di molecole si indebolisce. Già dai 25 anni, l’epidermide appare più secca e disidratata e le primissime rughe fanno la loro comparsa, soprattutto sul contorno occhi e sulle labbra. Andando avanti, poi, la pelle appare sempre meno fresca e morbida, con poco turgore, e i solchi si fanno più evidenti. Da qui il crescente utilizzo di questa sostanza nei trattamenti di ringiovanimento. In campo cosmetico, infatti, l‘acido ialuronico viene spesso utilizzato nella formulazione di creme e sieri, denominato nell’INCI come hyaluronic acid o sodium hyaluronate. Oltre a idratare, le creme con questo attivo contrastano l’invecchiamento cutaneo agendo sulle rughe e sulle linee di espressione. L’acido ialuronico è, infatti, paragonabile ad una spugna che, imbevuta d’acqua, acquisisce volume.
È utile inoltre sapere che l’effetto idratante di questa sostanza varia a seconda del suo peso molecolare. L’acido ialuronico ad alto peso molecolare ha una decisa azione schermante e un forte effetto tensore, in quanto blocca la perdita di acqua dalla superficie cutanea, facendo sì che la pelle resti idratata e liscia. Quello a medio peso molecolare trattiene l’acqua negli strati superficiali della pelle, contribuendo al mantenimento dei normali livelli di idratazione. L’acido ialuronico a basso peso molecolare, infine, va a nutrire gli strati più profondi e stimola la produzione di collagene, oltre che di elastina e acido ialuronico endogeno donando idratazione e turgore agli strati più profondi oltre che sostegno alla pelle aumentandone la compattezza.
Per sfruttare in modo ottimale tutti gli effetti – rimpolpanti, riempitivi e idratanti – di questa preziosa molecola, dunque, è bene far agire i tre pesi in sinergia, in modo che la pelle sia perfettamente soddisfatta in tutte le sue necessità.